X Vite per uscire dall’ombra

Giovedì 9 Giugno ore 21.00  presso Teatro Sanclemente -  via Messico - PD

Spettacolo gratuito. Per info e prenotazioni: info@teatrioffpadova.com

Lo spettacolo è il risultato del percorso del progetto Passepartout, che ha indagato la condizione femminile in vari modi ed ambiti, elaborando le tematiche attraverso la visione del mondo delle partecipanti e l’indagine condotta su varie donne realmente vissute e ancora viventi, rilevando un
bisogno profondo di riscatto della donna in ogni scala sociale e culturale. Abbiamo costruito uno spazio di lavoro che ha allungato le sue maglie attraverso il web fino a Parma, Parigi, Mosca, Roma, per incontrarci e scambiare saperi, criticità e condividere soluzioni per una condizione femminile che non vede ancora realizzati diritti, opportunità e uguaglianza di genere.
Lo spettacolo apre la porta a donne vissute in tempi e luoghi vicini e lontani e le fa uscire dall’ombra. Un’ombra che protegge, ombra amica indice di identità ma allo stesso tempo può essere sinonimo di oppressione, reclusione, che inabissa nell’oscurità i diritti delle donne. Abbiamo messo in scena queste due entità, la luce e l’ombra per accompagnare i personaggi femminili che le partecipanti si sono cucite addosso riconoscendosi nelle fragilità e nella forza, nella determinazione alla rivalsa e nel coraggio di realizzare il cambiamento.


Personaggi e interpreti – estratti testi
LUCE – Kruna Krstic
Io sono il mio corpo. Sono la vita. Genero la vita. Sono donna.
Quando il mio corpo scompare resta amore e luce.
La mia morte lascia la vita in te che ho generato, i miei pensieri in te che ho conosciuto, in te che
vivi resta ciò che ho plasmato e costruito.
OMBRA – Namritha Nori
Io sono il tuo corpo. Vivo con te. Sono il tuo segreto. Sono il dubbio. Sono la paura. Sono il tuo
coraggio custodito. Sono le infinite forme della tua potenza. Sono la tua presenza nella luce. Sono
Ombra di donna.
Se il mondo ti oscura io scompaio.
Se il mondo ti oscura ti spingo a corre verso la luce.
MIRABAI (India secolo XV) – Barbara Zoletto
Costruisco paziente la mia armatura: so che dovrò combattere, ma senza armi.
Mi danno in sposa all’uomo che non voglio. Io violata, lui muore.
Mi dicono: “devi bruciare nella pira con il tuo sposo”.
Io principessa braccata dall’alito acre del padre, dalle viscide mani del fratello del defunto, da leggi
che mi vogliono perseguitata, morta. Io voglio vivere.
FATIMA AL FIHRI (Tunisia/Marocco secolo IX) - Marina Bruzon
Nel 859 ho partorito la prima università del mondo. Si sono stata io.

AL Qarawiyyn è il suo nome. L’ho partorita con il sole allo zenit scegliendo la pietra sotto i miei
piedi.
UNA DONNA MAROCCHINA (contemporanea) – Imane
Sono del colore del dattero, frutto che cresce nella mia terra.
Le correnti ascendono e l’aria diventa leggera. La mente schiarisce, l’ansia scompare. La mia
ombra è chiara. I bambini non appartengono a noi. Mia figlia appartiene alla vita.
HETTY HILLESUM (1914-1943 Paesi Bassi) - Rosalina Chinello
Scrivo ora nel 1943 in un paese stravolto dalle leggi razziali. Sono ebrea, colta perché
determinata, e mi si offre la possibilità di fuggire, mettermi in salvo dalla catastrofe umana. Come
posso?
BELL HOOKS (1952- 2021 Kentucky, Stati Uniti) – Beatrice Damiani
Ho vinto due battaglie: nera e donna e non si torna indietro.
Lo voglio dire che uscire dal margine si può, si deve. Si devono spezzare quelle due linee parallele
di metallo che separano. Ho la chiave che spezzare i binari di traverso.
DONNE IRANIANE (contemporanee) – Parvin Taremi
Per tutte le donne uccise, imprigionate in Medio Oriente. Quelle che non si sono mai arrese.
Donne coraggiose. Per te che sei imprigionata nell'ombra degli altri, vorrei restituirti la tua ombra
nella luce.
NAHID AKBARI (profuga afgana contemporanea) Marta Tosello
Ho sedici anni. Vengo dall’Afganistan. Amo la terra che è vita. Amo il cielo che non ha confini. Ho
costruito la speranza per me e tutti i bambini e i ragazzi che stanno camminando con me.
Rivogliamo il nostro futuro.
UNA DONNA IVORIANA (contemporanea) - Mandoyan Bamba
Avevo paura. Ho paura. Il mondo è così ostile e io sono così piccola. L'impotenza non risparmia
nessuno. È una pessima consigliera…Ecco cosa farò: mi trasformerò. Bisogna adattarsi. Il mondo
appartiene ai camaleonti. Ho capito. Diventerò ciò che non sono per poter esprimere ciò che sono.
CARMEN YANEZ (1952 Santiago del Cile) - Laura Flaminio
Ho lasciato il Cile livido di dolore pensando che sarei tornata presto, ma gli anni di regime furono
diciassette, il dittatore non cadeva mai. Siamo caduti noi per seimila e duecento giorni, morti,
seviziati, desaparecidos.
LEE MILLER (1907 – 1977 Stati Uniti) - Arianna Fornasier
E con la ragione ho imparato a muovermi nel mondo, a starci dentro con agio, ma sempre un po’
distante … un po’ assente…… a essere interamente per me sola.
Dalla mia distanza ho guardato la realtà, poi l’ho scomposta e trasfigurata, fotografata con la mia
Rolleiflex, con l’impeto di un quadro cubista ho creato nuove prospettive, fino a diventare io stessa
un grande enorme occhio, fino a sentire ogni altra parte del corpo, un ingombro.

regia: Erica Taffara

musiche: Costanza Faoro
scenografia, luci, video: Erica Taffara
montaggio video: Pierluigi Duravia
aiuto coordinamento: Irene Iuliano